Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La sorte

247829
Federico De Roberto 31 occorrenze
  • 1887
  • Niccolò Giannotta editore
  • Catania
  • Verismo
  • UNICT
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La sorte

, socchiudendo gli occhi, con una contrazione dei muscoli del viso che finiva in uno sternuto. - Ec...cellente!.. In coscienza, non potete lamentarvi; altr'ieri

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All'alba del giorno quattro la comare Venera si levò, quietamente, per non destare il marito ubbriacatosi la sera innanzi e rovesciato sul letto

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Alla luce del giorno i guasti prodotti nella casa della principessa apparivano da ogni parte. Sui divani, sulle poltrone, il grasso delle capellature

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, andò a picchiare all'uscio. - Son'io, Filomena... Riconoscendo la voce del sindaco, lei aprì, a fessolino, senza far rumore. - Chi vi manda da queste

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strumenti sotto il braccio e le mani dentro le saccoccie del soprabito. I vecchi volevano esser serviti presto; essi si levavano col sole, e non lo

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del defunto, le leggeva in un lampo e restava poi con la testa intronata e gli occhi stanchi, a pensare ai casi proprii. Le cure della bottega, il

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A carnevale, ogni anno, le frequentatrici del palazzo Roccasciano assediavano di preghiere la principessa, perchè aprisse le sue sale a qualche ballo

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Saverio Conterino, arrabbiato per la concorrenza del nuovo salone. - Ora gli faccio vedere chi me lo fa fare! - rispose Salvatore quando gli riferirono

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a quel modo. L'occhio del padrone ingrassa il cavallo, si dice, ed egli lo vedeva con prova. Le pratiche che volevano esser servite da lui, a casa

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Quando lesse il bando dell'espropriazione, in fondo al salone, alla luce del gas dovuto accendere in quel tristo pomeriggio di novembre, Salvatore

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Ora le voglie di lei si facevano più imperiose; tutte le entrate del salone che passavano per le sue mani non le bastavano; e Salvatore, il quale le

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, girando un'occhiata per le pareti nude - mi ricordo il bel tempo del salone grande! Anche Nardo gli era rimasto affezionato, e veniva a trovarlo

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leticare, se ai piani di sotto tenevano aperte troppo a lungo le chiavette e si portavano via tutta l'acqua; se il trattore del cortile accendeva il forno

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garzoni che grattavano il formaggio e spennavano i polli. - È quel citrullo del marchese! - rispondeva il tappezziere, sventrando vecchie poltrone, per

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colica non ve la leverà nessuno. - E gridava dalla parte del trattore, perchè sentisse Nino, col quale non si combinava niente. I fidanzati stavano

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che ne ricavava non bastava a saziare le voglie di Vincenzina, con la concorrenza del trattore. Allora s'indirizzava ad Alberto De Franchi, mostrando

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Don Antonino stava accosto al palazzo del barone Lanzaria, per sorvegliare la sua proprietà - dicevano le male lingue - e vedere se Raffaele, il

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sete inestinguibile, e ad ogni ripresa del giuoco tracannava enormi bicchieri d'acqua ghiacciata, soffiando, sudando come un orciuolo, ripigliando le

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don Antonino. EIla aveva sempre un monte di biancheria fra le gambe, e la bottega era piena del tic-tic degli aghi che salivano e scendevano

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finiva più coi complimenti, tanto che a Concetto non bastò l'animo di parlare del credito e se ne andò via come camminando sulle nuvole. - Don

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Giunto dinanzi all'Albergo Bella Firenze, il portalettere in giro per la prima distribuzione, col bavero del cappotto rialzato e il berretto sugli

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principessa si mise a piangere, disperatamente, come una bambina. Provava un bisogno irresistibile di sfogare con qualcuno la piena del suo dolore, e andò

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del cortile venivano ancora le esalazioni della stalla, ma non le davano più fastidio perchè erano quelle dei suoi propri cavalli. Tutta la giornata le

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Roccasciano. Giusto, la principessa andava sempre peggiorando e non riusciva più a levarsi di letto. Ella voleva fare un voto alla Madonna del

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dare un po' di posto a quel baccalà del marito! - Guarda: eccola lì - e Alfio si fermò un momento a vederla sgusciare tra la folla. - Chi sa dove corre

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pensando alla scena della sera. - Ma se Vincenzo Sutro se la pigliava a male e mi rompeva le costole?.. Infine, che cosa m'importa di quella cristiana e del

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del cancelliere e andò a prender consiglio da lui. - Sporgete querela! Con un paio di mesi di carcere e un centinaio di lire di multa imparerà a

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mosto quando il contatore era stanco; spingeva la manovella del torchio, rispondeva alle chiamate del fattore, alle domande del bottaio, agli scherzi, ai

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lavoro, il rispetto a sua madre, la paura dell'occhio del mondo. Anna Laferra lo aveva ridotto in quello stato. - Alfiuccio, bada a quel che fai! - gli

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non gli dava retta, come un tempo, e badava a zappare. - Oh che mi sembri tal'e quale compare Zoppetto del camposanto! Ora egli non cantava più come

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se da noi ne mancassero, delle ciabatte!.. - O non tirano fuori l'altra scusa del colera?... - Il colera!.. Che ha paura del colera, San Placido? - E

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